Dolceacqua

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Dolceacqua
comune
Dolceacqua – Stemma
Dolceacqua – Bandiera
Dolceacqua – Veduta
Dolceacqua – Veduta
Panorama di Dolceacqua
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Liguria
Provincia Imperia
Amministrazione
SindacoFulvio Gazzola (lista civica Tutti per Dolceacqua) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate43°50′52.72″N 7°37′25.74″E / 43.847978°N 7.623817°E43.847978; 7.623817 (Dolceacqua)
Altitudine51 m s.l.m.
Superficie20,28 km²
Abitanti2 134[1] (28-2-2023)
Densità105,23 ab./km²
Comuni confinantiAirole, Apricale, Breglio (FR-06), Camporosso, Isolabona, Perinaldo, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima, Ventimiglia
Altre informazioni
Cod. postale18035
Prefisso0184
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT008029
Cod. catastaleD318
TargaIM
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 365 GG[3]
Nome abitantidolceacquini
Patronosant'Antonio abate
Giorno festivo17 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Dolceacqua
Dolceacqua
Dolceacqua – Mappa
Dolceacqua – Mappa
Posizione del comune di Dolceacqua nella provincia di Imperia
Sito istituzionale

Dolceacqua (Dôsaiga in ligure, Dösaiga nella variante locale[4]) è un comune italiano di 2 134 abitanti[1] della provincia di Imperia in Liguria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Dolceacqua è un tipico borgo medievale della val Nervia, lungo il torrente omonimo. La parte più antica del borgo, posta ai piedi del monte Rebuffao, è dominata dal castello dei Doria e viene chiamata dagli abitanti Terra (Téra nel dialetto locale). Quella più moderna, chiamata il Borgo, si allunga sulla riva opposta, ai lati della strada che sale la valle.

Tra le vette del territorio dolceacquino il monte Abellio (1096 m), il monte Abelliotto (899 m), il colle dei Saviglioni (889 m), la Testa Maimona (732 m), il monte Erisetta (664 m), il monte Belgestro (586 m), la Cima Tramontina (525 m), il monte Curti (516 m).

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima è mite di tipo mesomediterraneo subumido. Nella stazione meteorologica di Dolceacqua-Borgonuovo (rete ARPA Liguria) si registrano infatti una temperatura media nel mese di gennaio di +7,6 °C e una nel mese di luglio di +22,3 °C; le precipitazioni che sono moderate (circa 750 mm/annui) si hanno mediamente per 55 giorni/anno.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

II toponimo Dolceacqua deriva quasi certamente dalla presenza di un borgo di epoca romana chiamato Dulcius, trasformatosi in seguito in Dulciàca, Dusàiga e Dulcisaqua. Altri studi rivelano però anche la possibilità dell'origine celtica, dal nome Dussaga, modificato poi in Dulsàga e infine nell'attuale Dolceacqua.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Sant'Antonio Abate e il castello Doria

Testimonianze storiche sono rappresentate dai rinvenimenti archeologici dei castellari dell'Età del ferro, rozze fortificazioni in pietra a secco rinvenuti sulle cime d'Aurin e Tramontina - nella zona ad ovest del territorio circostante a Dolceacqua - o ancora la presenza di una torre nella zona dell'Alpicella ad est che confermerebbero il presidio in queste zone dei Liguri Intemeli dal IV secolo a.C. al IV secolo in età romana, a protezione dei villaggi, dei pascoli e dei campi.

La coltivazione dell'ulivo, soprattutto poi dell'oliva taggiasca, si diffuse fin dall'epoca carolingia per opera dei monaci benedettini, che fondarono il monastero di Santa Maria della Mota. La costruzione di frantoi impose insediamenti lungo le acque dei torrenti dove potessero essere impiantati mulini ad acqua; essi migliorarono la tecnica della viticoltura diffondendo il famoso Rossese e delle altre pratiche agricole.

Furono i conti di Ventimiglia nel XII secolo a costruire il primo nucleo del locale castello - a questo periodo è attestata la prima citazione ufficiale del borgo in un documento del 1151 - un presidio edificato alla sommità della rupe che dal versante orografico sinistro del torrente Nervia ne controlla strategicamente tuttora la biforcazione della valle stessa e le strade che vi convergono.

Tra il 1270 e il 1276 risale l'acquisto del villaggio di Dolceacqua da parte della famiglia Doria (una quota del castello fu acquistata nel 1270 dal genovese capitano del popolo Oberto Doria), borgo sotto la rocca che conobbe nei decenni successivi ampliamenti a gironi concentrici fino alla configurazione attualmente visibile.

Mappa del dipartimento delle Alpi Marittime (1793) con Dolceacqua nel cantone di Perinaldo
Mappa dello stesso dipartimento francese (1805) con Dolceacqua nell'omonimo cantone

Dopo una fase di feroce rivalità con i Grimaldi di Monaco, nel XVI secolo il feudo doriesco dolceacquino conobbe un periodo di buon governo, di pace e di prosperità.

Fu Bartolomeo Doria nel 1526 a cedere a Carlo II di Savoia i propri diritti feudali su Dolceacqua diventandone di fatto vassallo del duca savoiardo e tale alleanza tra i Doria e la casata piemontese perdurò fino allo scoppio delle ostilità tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova (con i Doria schierati con essa) nel 1625. Occupato dal Ducato sabaudo dal 1643, il territorio ritornò nelle mani dei Doria nel 1652 che, istituito a Dolceacqua un piccolo marchesato, nuovamente fecero atto di vassallaggio nei confronti dei Savoia: Francesco Doria fu nominato primo marchese di Dolceacqua.

Nelle fasi cruciali della guerra di successione austriaca (1740-1748) il territorio dolceacquino vide gli scontri tra gli eserciti schierati in campo: il 27 luglio 1744 il castello subì la parziale distruzione e la conseguente resa alle truppe franco-spagnole. Nel 1792 con la cessione della contea di Nizza dal Ducato di Savoia alla Prima Repubblica francese il piccolo marchesato di Dolceacqua entrò a far parte l'anno successivo del cantone di Perinaldo - distretto di Mentone - nel dipartimento delle Alpi Marittime. Il titolo marchionale dei Doria perse ogni validità nel 1797 con la soppressione dei vari feudi imperiali e marchesati, ora annessi alla filo napoleonica Repubblica Ligure. Con il Primo Impero francese, Dolceacqua divenne nel 1805 capoluogo dell'omonimo cantone dello stesso dipartimento francese.

La caduta di Napoleone Bonaparte (1814) e il successivo congresso di Vienna portò il passaggio del territorio ponentino ligure nel Regno di Sardegna[5], nella contea e poi divisione di Nizza. Nel 1861 con il Regno d'Italia la municipalità di Dolceacqua fu sottoposta nel III mandamento omonimo del circondario di Sanremo della provincia di Nizza[5] (poi provincia di Porto Maurizio dopo la cessione alla Francia del territorio nizzardo).

Dal 1973 al 30 aprile 2011 è stata la sede amministrativa della Comunità montana Intemelia.

L'11 luglio 2014, in occasione dei 200 anni dalla fondazione, è stata conferita all'Arma dei Carabinieri la Cittadinanza Onoraria con la seguente motivazione : "... con la consapevolezza dell'attività e del servizio che l'Arma ha svolto con abnegazione, profonda umanità e sentito coinvolgimento ... in segno di riconoscenza per il presidio costante sul territorio comunale, ininterrotto dal 1827, per l'alto senso del dovere e della fedeltà dimostrati a favore dello Stato e delle sue Istituzioni, per il contributo e gli interventi di prevenzione, repressione e controllo del territorio per la difesa e sicurezza dei cittadini, per il tributo di sangue versato nell'espletamento del proprio dovere, incarnando sempre i valori dell'Unità Nazionale, attraverso il lungo e tortuoso processo che ha portato all'unificazione del nostro Paese".

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma

«D'azzurro, al castello d'argento, torricellato di due, aperto e finestrato, fondato su terrazza di verde; al capo di rosso, caricato di un'aquila al naturale dal volo spiegato, ornamenti esteriori da Comune.[6]»

Gonfalone

«Drappo d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento, e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Dolceacqua. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dal colore del drappo con bullette argentate posto a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri ricoloranti dai colori nazionali frangiati d'argento.[6]»

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 1962.[7][8]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio di San Sebastiano nel quartiere del Borgo

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate a Terra, del XV secolo. All'interno custodisce il polittico di Santa Devota di Ludovico Brea del 1515.
  • Chiesa di San Giorgio, nei pressi del locale cimitero, il cui primo impianto come pieve è risalente al X secolo ad opera dei monaci benedettini. Nella cripta della chiesa sono ancora conservate le tombe di Stefano Doria (1580) e di Giulio Doria (1608).
  • Oratorio di San Sebastiano nel quartiere del Borgo. L'edificio è in stile barocco ed è risalente al XVII secolo. Al suo interno, ad unica navata, è conservata la statua in legno di fico ritraente San Sebastiano, opera attribuita al genovese Anton Maria Maragliano. L'organo della ditta Agati è datato al 1844.
  • Cappella di San Filippo Neri, del 1714, sul lato sinistro del ponte romanico.
  • Cappella di San Bernardo, al di fuori del centro abitato, con la presenza di affreschi del XVI secolo attribuiti ad Domenico Emanuele Maccari di Pigna.
  • Santuario dell'Addolorata del 1890, al di fuori del centro abitato.
L'antico monastero di Santa Maria della Mota

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Doria o della Camminata nel centro storico, oggi diviso in appartamenti privati.
  • Palazzo Doria Garoscio nel centro storico, sede della pinacoteca e della biblioteca comunale.
  • Ponte romanico. Alla nascita del nuovo quartiere del Borgo nel XV secolo venne costruito con un arco di 33 metri per collegare le due parti di Dolceacqua .
    Il pittore francese Claude Monet, che all'inizio del 1884 stava visitando la Riviera di Ponente, a Dolceacqua e ne fece il soggetto di alcuni dipinti, soffermandosi in particolare sul castello e su questo ponte.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Il castello doriesco e il sottostante borgo
  • Castello di Dolceacqua. Costruito nel XIII secolo con torre difensiva venne poi ingrandito nel XIV secolo, chiuso tra possenti mura. Durante il Rinascimento diventò una residenza signorile fortificata, con nuovi locali affrescati e arredati. Il 27 luglio 1744 durante un episodio della guerra di successione austriaca fu parzialmente distrutto dalle truppe francesi e spagnole. Subì ulteriori danneggiamenti nel terremoto del 1887.

Siti di interesse comunitario[modifica | modifica wikitesto]

Sul territorio comunale insiste il sito di interesse comunitario (SIC) del monte Abellio, istituito con Decreto Ministeriale 25 marzo 2005, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat).

Società[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio del centro storico dolceacquino

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Dolceacqua sono 204[10], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[11]:

  1. Romania, 59

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il ponte, il borgo e il castello a inizio Novecento

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pinacoteca Giovanni Morscio.

Nel 1970 venne inaugurata la pinacoteca Giovanni Morscio, dedicata al pittore di Dolceacqua che donò all'amministrazione comunale alcune opere sue e di pittori a lui contemporanei, e la cui collezione venne ampliata nel decennio successivo con opere di altri pittori locali, quali Marcello Cammi e Mario Raimondo[12][13].

Media[modifica | modifica wikitesto]

Qui è stata girata parte degli esterni del film Io sono l'amore di Luca Guadagnino.

L'albo speciale del fumetto Dampyr intitolato Lucrezia e pubblicato nel 2010 in occasione del festival horror Autunnonero è ambientato, in segno di omaggio, interamente a Dolceacqua.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

  • A partire dal 1990 Dolceacqua ha ospitato presso il castello dei Doria la manifestazione "Musica nel castello" nata per commemorare la scomparsa del farmacista Bigi, grande amico del Club Tenco di Sanremo e dei più importanti cantautori italiani. Fu lui il creatore ed animatore dell’Infermeria del Tenco, un piccolo stanzino nel retro del teatro Ariston.
  • Il borgo ospita la Banda Musicale "Cittadina di Dolceacqua", fondata nel 1862.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Tra le specialità gastronomiche del territorio di Dolceacqua le michette (dolce), il fugasùn (una pizza al pomodoro o alle erbe) e il cartelétu, quarto anteriore ripieno del capretto.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è costituito dal solo capoluogo per una superficie territoriale di 20,28 km²[14].

Confina a nord con il comune di Rocchetta Nervina, a sud con Camporosso e San Biagio della Cima, ad ovest con Breil-sur-Roya (Francia), Airole, Ventimiglia e Camporosso, ad est con Isolabona, Apricale e Perinaldo.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere del Borgo

Ottime le coltivazioni della vite, da cui si ricavano vini da tavola come il Rossese di Dolceacqua superiore o il Rossese di Dolceacqua.

Il comune è stato insignito, dal 2007, della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano ed è sede nazionale dell'omonima associazione formata dai Comuni: l'Associazione Paesi Bandiera Arancione[15].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Dolceacqua è attraversato principalmente dalla strada provinciale 64 che gli permette il collegamento con Camporosso, a sud, e Isolabona verso nord. Altre arterie stradali sono le provinciali 68 e 70 all'interno del territorio comunale.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
30 maggio 1985 20 maggio 1990 Giancarlo Cassini Partito Comunista Italiano Sindaco
26 giugno 1990 18 gennaio 1992 Gino Mauro Partito Socialista Italiano Sindaco
31 gennaio 1993 24 aprile 1995 Gloriana Negri Indipendente Sindaco
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Gloriana Negri lista civica Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Mauro Giordano lista civica Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Gianni Rebaudo lista civica Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Fulvio Gazzola Dolceacqua da vivere
(lista civica)
Sindaco
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Fulvio Gazzola Dolceacqua da vivere
(lista civica)
Sindaco [16]
27 maggio 2019 in carica Fulvio Gazzola Tutti per Dolceacqua
(lista civica)
Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Dolceacqua è gemellata con:

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Dolceacqua fa parte dell'Unione dei comuni delle Valli Nervia e Roja, di cui ospita la sede.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 28 febbraio 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
  5. ^ a b Fonte dal Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Artistiche, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  6. ^ a b Comune di Dolceacqua, su araldicacivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
  7. ^ Dolceacqua: domani mattina alle 11 verrà presentato il nuovo Gonfalone della cttà, su sanremonews.it, 17 marzo 2012. URL consultato il 17 marzo 2012.
  8. ^ Dolceacqua, su Archivio Centrale dello Stato.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Cittadini stranieri residenti secondo i dati Istat del 31-12-2019, su demo.istat.it. URL consultato il 4 aprile 2021.
  11. ^ Dati superiori alle 20 unità
  12. ^ Pinacoteca Giovanni Morscio, su culturaitalia.it. URL consultato il 26 aprile 2015.
  13. ^ Liguria, Touring Club Italiano, 1996 [1982], p. 553, ISBN 88-365-0009-9.
  14. ^ Fonte dallo statuto comunale di Dolceacqua, su incomune.interno.it. URL consultato il 17 gennaio 2017.
  15. ^ Fonte dal sito del Touring Club Italiano
  16. ^ Il 16 aprile 2015 viene eletto alla carica di presidente del Consiglio dell'Unione dei comuni delle Valli Nervia e Roja
  17. ^ Fonte dal sito Rivierapress.it, su rivierapress.it. URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Casalis, Dolceacqua, in ID., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. VI, Torino 1840, pp. 100–108
  • A. Gandolfo, Dolceacqua, in ID., La Provincia di Imperia. Storia. Arti. Tradizioni, Blu Edizioni, Stampatre, Torino, 2005, p. 494-507

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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